UN INCONTRO DI VALORE Conversazione telefonica con il Poeta Franco Loi,
Presidente Onorario
del Premio Letterario Città di Grottammare
organizzato dall’Associazione Culturale PELASGO 968

Sabato, 13 Aprile 2019 ore 16.00
La Giuria del 10° Concorso Letterario Città di Grottammare 2019 ha completato analisi e valutazione delle opere pervenute a concorso e sono state individuate le opere di spicco tra
i tanti lavori pervenuti.
Il Poeta Franco Loi, Presidente Onorario del nostro Premio, è nella sua casa a Milano.
Decido di contattarlo telefonicamente, in questo momento conclusivo delle operazioni
concorsuali, per sentire il suo parere in merito alla nostra realtà di Associazione
Culturale.

  • Pronto? Franco carissimo …e mi ritrovo a dialogare, avvolta dalla sua morbida accoglienza.
    Vorrei chiederti, Franco, dopo 10 anni di attività, cos’è per te la Associazione Culturale
    Pelasgo 968, che si pregia della tua figura intellettuale di riferimento e chi siamo noi per te?

-Franco: Io sono contentissimo di voi; siete persone valide e ognuno ha la sua funzione,
il suo ruolo preciso. Vi sento consapevoli che per quanto si legga, per quanto si possa
essere colti, siamo sempre più davanti al mistero. Più si conosce qualche nuovo tratto
del mondo, della vita, più ci si apre una infinità di altro che non conoscevo.

  • E non si finisce mai, si procede di tappa in tappa, in un percorso con mete sempre transitorie?

-Franco: No, non si finisce mai; è un processo dinamico, che ci impegna continuamente, è il soffio
dell’aria che ci è intorno e che ci informa di sé, ci avvolge tutti senza che noi lo decidiamo.

  • Qual è il compito di uno scrittore in questa dinamica vitale in continuo divenire?

.Franco: Uno scrittore di racconti o di poesia è come uno che va a letto e sogna.
Non è lui a decidere quello che sogna, ma è lo sconosciuto che è dentro di lui.
Lo scrittore, un giovane scrittore deve conoscere quello sconosciuto che ha dentro,
deve conoscersi profondamente perchè è lì la fonte della creatività, dei nostri sogni,
resi in lingua e cultura.

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  • Tu pensi, Franco, che la creatività sia un processo intuitivo o basato su strategie di logica?

-Franco: La creatività è un processo puramente intuitivo che matura attraverso un rapporto
amoroso con l’esperienza quotidiana, qualunque essa sia. Un operaio che ama il
suo lavoro, scopre che quel suo fare gli fa imparare qualcosa di nuovo del proprio
mestiere e contemporaneamente di se stesso, ed è proprio allora che arricchisce la
propria interiorità e si trova ad accedere a quel ‘fare creativo’ che è Poiesis, un
fare spirituale, prodotto in lingua e scrittura.
Si sperimenta allora di essere in grado di aggirarsi dentro un sogno e quel sogno
diventa mio!

  • Affascinante e sorprendente!
    La creatività, Franco, è un processo che muove dal soggetto? E’ un dono?

-Franco: Jung sostiene “mai capire …fino in fondo …cos’è che mi muove dentro”!
No, niente viene da me che voglio!
La Poesia ti coglie!
E’ una forza interiore. E tu dici le cose che ti vengono fuori.
Dici cose anche sconosciute a te stesso e sorprendi te stesso!

  • Mentre lo ascolto, presa dalla profondità di quello che mi comunica, penso a quanta forza ha
    attinto Franco dalla sfera delle relazioni, dalla dimensione sociale di ogni persona, che
    diventa un se stesso nel farsi parte viva del tessuto relazionale dell’esperienza umana!
  • Tornando alla nostra chiacchierata, Franco, ti chiedo di illuminarmi sull’uso della lingua
    dialettale nella produzione letteraria, rispetto alla lingua italiana.

-Franco: Accanto alla Poesia, ho scritto testi di Narrativa, testi per Teatro, ma ho scelto
il Dialetto come la lingua della poesia perchè sono convinto che il Dialetto è
una lingua che non muore mai. E’ ricca di termini antichi che vengono usati
con naturalezza ed è uno strumento espressivo che si arricchisce continuamente.
Dante ha scritto in fiorentino, la lingua che ha appreso dalla sua nutrice, una donna
popolana che gli ha parlato ogni giorno la lingua del popolo, una lingua che ogni
giorno si modifica e si innova sempre.
Il Dialetto è una lingua con cui tu ascolti e dici!
La lingua Nazionale invece deve essere codificata per motivi politici, tende quindi a
cristallizzare nella forma.

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-Franco, siamo arrivati al 10nnale, come Associazione e alla 10ma edizione
del Premio letterario. Tu che ne pensi?

-Franco: Le stagioni ritornano a proporci i fiori a primavera. Ogni cosa deve servire
non a ripetere se stessa, ma a suggerirmi di osservare cosa succede in me quando
guardo la Natura ripropormi i fiori. Cosa sappiamo di loro? Cosa avviene in me
se ne offro uno ad una donna, ad un amico?
I libri, i testi che leggete sono lavori che esigono un lavoro finissimo di editoria e
tanta profonda elaborazione in lingua e scrittura e voi avete il privilegio di addentrarvi
in tali ricchezze, venendo a contatto di tali tesori.
In tutti voi della Associazione Pelasgo 968 scorgo l’atteggiamento dei ricercatori,
dei frequentatori di quei luoghi sacri dove, per affinamento di sensibilità,
Arte va a prodursi e voi siete lì a celebrare tali misteri, a contemplare la luce
che avvolge la natura umana nello spirito del mondo.
Elena Malta