“La poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei, non quando vogliamo noi…” scriveva Goffredo Parise. Quando la poesia ti viene a cercare puoi solo accoglierla e seguendo la sua scia inizi a scrivere. E’ come una luce che si accende in un determinato momento, per focalizzare e fermare l’emozione. In quel momento, scrivere ti porta in un altrove, in un altro Dove, nel quale tutto il tuo “Io” si allaccia a un destino disegnato dalla penna che tieni in mano. E non sai mai – come affermava Borges – “cosa ci è concesso di scrivere”. Questo, in sintesi, è il succo (oppure: il distillato) dei miei giorni trascorsi con la poesia. E’ così che io provo a scrivere versi, accogliendo la poesia che si impadronisce di me. E’ lei che si serve di me, che vola con me sul mistero della vita e della morte. Uso la parola per ascoltarmi, per viaggiare nel mio dentro e farlo uscire fuori, allo scoperto. La poesia, così, diventa il mio tempo interiore che riesce ad esprimersi, una finestra sempre aperta ad un sentire globale. Un mondo tutto da ascoltare. Da capire. In tutti gli echi e sussurri sotterranei, in tutti i suoi richiami, in tutti i suoi molti e lunghi percorsi. Infine, ho un assoluto bisogno di silenzio per far nascere la poesia, per ascoltare il suo dire e per accompagnarla nella crescita. Nel silenzio e nel tempo – un tempo lungo, necessariamente lungo – la poesia è la sola a parlare. Questa è la valigia che mi accompagna sempre. Con questa valigia, poco ingombrante esternamente, ma piena di senso, sono partita da Roma per raggiungere la casa di Franco Loi, a Milano. 587 chilometri, misurati da casa a casa. Ho avuto questa meravigliosa opportunità grazie al Premio Città di Grottammare che mi è stato assegnato per la poesia inedita. Un premio che vede Franco Loi come Presidente Onorario. Circostanza, questa, che la dice lunga sul prestigio del premio medesimo e che mi fa sentire particolarmente onorata di averlo ricevuto, grazie alla valutazione unanime della Giuria. Franco Loi non era presente il giorno della Cerimonia, anche se non ha fatto mancare la sua voce, grazie ad un collegamento telefonico. Ho avuto modo di ringraziarlo a voce, sempre telefonicamente, nei giorni successivi e la sua grande umanità, da me già conosciuta attraverso le sue poesie e le interviste, mi ha molto commossa, così come le sue scuse per non avere avuto la possibilità di essere presente al premio. Gli ho raccontato che la poesia premiata, “Partenze”, ora fa parte del mio ultimo libro di poesie “Dalla parte del tempo”, editato da Genesi Editrice. Mi ha fatto i complimenti e ha espresso il desiderio di poterlo leggere. Non ci ho pensato due volte (la gioia di poter incontrare colui che, insieme ad altri Grandi, mi ha formato, era grande) e mi sono resa disponibile a raggiungerlo. Così ho fatto lo scorso Sabato 19 maggio, e confesso che l’accoglienza è stata più grande di quanto avessi immaginato. Insieme a sua moglie Silvana, mi hanno regalato l’emozione di sentirmi a casa. Ho aperto la mia valigia e l’ho mostrata a Franco Loi. Un bagaglio davvero partecipato. Più parlavo e più lo sentivo vicino. Sono stata due ore in quella casa della poesia, a condividere la stessa emozione, culminata nel dono fattomi dal Poeta del suo ultimo libro “Voci d’un vecchio cantare”, dove, in un’affettuosa dedica, esprime il desiderio di rivederci presto. Mi ha commossa ancora, ma poi, mio malgrado, ho dovuto assecondare il mio orologio: era tardi, dovevo riprendere il treno per tornare a Roma.
Il tempo dell’incontro, ahimè, non è stato generoso, ma siamo riusciti comunque a moltiplicarlo. A renderlo eterno. La poesia si è impadronita di me anche stavolta e mi sta accompagnando, come la valigia che mi segue ovunque. Una valigia fattasi nel ritorno più preziosa e che non smetterò mai di aprire. Ogni giorno. Per sempre. Grazie a Franco Loi.
Alla Pelasgo di Grottammare, all’infaticabile Giuseppe Gabrielli e al Presidente Gianmario Cherubini va tutta la mia gratitudine per avermi supportato in questo mio straordinario viaggio e per la vicinanza amichevole ed affettuosa che li contraddistingue in ogni circostanza, come il giorno della Cerimonia di premiazione.

Sonia Giovannetti