Ho fatto un viaggio particolare, relativamente breve considerando i 100 chilometri percorsi, ma lunghissimo ed intenso per le difficoltà e i pensieri che lo hanno riempito e mi hanno accompagnato.
La motivazione era alta perché questo viaggio mi portava ad incontrare tanti amici che non vedevo da anni e perché insieme avremmo dovuto prendere delle decisioni importanti, in relazione ad una attività associativa di cui faccio parte.
Sono partita di casa prestissimo al mattino alle ore 5.30 e subito ho notato la nebbia rada che avvolgeva il palazzo dove abito, la mia via e il paesaggio intorno.
Man mano che scendevo dal paese per arrivare in pianura e raggiungere il casello autostradale, la nebbia è diventata più densa, compatta e con difficoltà vedevo ciò che avevo davanti al muso della mia macchina, arrivando a vedere alla distanza massima di 50 metri.
Arrivata al casello dell’autostrada non sapevo se prendere il biglietto del pedaggio o tornare indietro dal momento che la visibilità era ridottissima e un cartello segnalava che c’erano banchi di nebbia fino a Pesaro e suggeriva la massima prudenza nella guida.
Tra un pensiero intrappolato nell’angoscia e condito di paura e la disperata speranza che i banchi fossero pochi, di breve durata, ho seguito l’istinto di provarci, di osare, di entrare ed iniziare il viaggio.
Nella mia idea c’era chiara la decisione di suddividere in tappe il percorso e sarei uscita al primo casello utile se la situazione fosse stata ingovernabile e il rischio altissimo, oppure mi sarei fermata un po’ per una sosta per recuperare l’attenzione nel caso la stanchezza degli occhi si fosse fatta sentire forte.
Questo pensiero mi ha tranquillizzata perché il traguardo, il fine corsa, il capolinea io l’ho abbinato al primo casello di uscita abbastanza vicino ed in quel momento ho accantonato l’idea di poter arrivare alla destinazione prestabilita fino a mettere in conto l’eventualità di dover rinunciare definitivamente a quell’incontro desiderato.
Man mano che procedevo con prudenza, a velocità ridotta ho lasciato liberi i pensieri e sono emerse una serie di considerazioni sulla vita, sul modo di viverla, di gestirla e sul fatto che spesso ne rimaniamo.
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