Parlare di Renato Olivieri è parlare di uno dei big del giallo italiano, uno scrittore lontano dalle grandi luci della ribalta che ci ha lasciato nel febbraio del 2013, inventore della figura del commissario Ambrosio a cui ha prestato il volto, in un film del 1988 di Sergio Corbucci, il grande Ugo Tognazzi. Olivieri fa muovere il commissario nella sua Milano che nel corso degli anni vede sempre più trasformarsi fin quasi a non riconoscerla più a causa delle trasformazioni avvenute soprattutto fra i suoi abitanti.

Ambrosio si muove fra i sospetti dei casi di omicidio scrutando nel loro animo, soppesando le espressioni, i silenzi, valutando le debolezze ed esplorando le passioni fino a giungere all’immancabile soluzione. Quelli di Olivieri sono gialli sottovoce, non eclatanti, di scavo psicologico, fitti di dialoghi e quasi privi di azione, modello Maigret di Simenon. Al posto di Parigi troviamo una Milano resa fascinosa dalla sua sapiente penna, con personaggi ed ambienti ormai forse definitivamente scomparsi. Fra le sue opere consigliamo LARGO RICHINI, dove Ambrosio è alle prese con l’indagine relativa al presunto omicidio avvenuto due anni prima di una signora dell’alta borghesia milanese. La galleria di personaggi a cui lo scrittore da vita è veramente memorabile.